venerdì 11 marzo 2011

Il golem, l'uomo d'argilla

Cos'è questo blog e a cosa serve è scritto lassù, sotto il titolo. Pillole di cultura yiddish, la cultura degli ebrei del cuore dell'Europa. Pillole, sì: come si direbbe oggi, cultura yiddish for dummies, per chi ne sa poco o nulla. Per tutti gli altri e per i dummies curiosi ogni post riporterà anche siti e libri per approfondire l'argomento.

La prima pillola di questo blog è dedicata all'immagine che vedete in testata, tratta dal film di Paul Wegener dedicato al Golem, il gigante d'argilla.

Di solito il nome del Golem è associato a quello di Jehuda Löw ben Bezalel di Praga, il Maharal (acronimo di " Moreinu ha-Rav Loew, "Il nostro maestro il rabbino Loew"). Anche se, in realtà, la creatura del Maharal non è il primo golem della storia, è certamente il più noto, proprio per la fama del suo "papà", rabbino e mago, sul quale si sprecano le leggende e gli aneddoti.

La genesi del golem, l'uomo d'argilla, è simile a quella di Adamo: D-o crea l'uomo dal fango, il Maharal forgia il golem dal fango della Moldava. Il golem non ha la bocca, perciò non può parlare: la parola è propria dell'uomo, un dono diretto della divinità, quindi il golem rimarrà muto. La parola servirà solo a dargli la vita, scrivendo sulla sua fronte la parola "verità" (in ebraico
אמת, emet), o a togliergliela, rimuovendo la lettera א. Quello che rimane è מת, morte.

Ma a cosa serve un golem?

Il golem è docile e ubbidiente e fa tutto quello che dice il suo padrone. Oggi lo chiameremmo "robot domestico". Rabbi Löw però aveva problemi più seri della polvere sui mobili a cui pensare, quindi pensò bene di ordinare al golem di difendere gli ebrei di Praga dalle persecuzioni. Rientrato il pericolo antisemita, anche grazie alla politica illuminata dell'imperatore Rodolfo II, il Maharal decise che per la creatura era giunto il momento di andare in pensione nella soffitta della sinagoga. 

Evidentemente tra le molte virtù del Rabbi non c'era quella della preveggenza.

Ti senti invadere dal sonno? Gli domandò il Maharal. Il Golem voleva abbassare il capo per dire di sì, ma le forze lo avevano abbandonato. Hai compiuto il tuo destino, disse il Marahal. Puoi essere orgoglioso. Pochi uomini hanno salvato tante vite quante ne hai salvate tu. Che il tuo sonno sia dolce, mio caro Yossel; non preoccuparti, nessuno ti disturberà, te lo prometto (Il Golem - Elie Wiesel).

Una leggenda successiva è ambientata nella Polonia del '600 e racconta di un Golem che crebbe a dismisura, diventando ingovernabile. Il suo creatore, il Rabbi Elija Ba'al Schem di Chelm, chiese al Golem di sfilargli le scarpe. Mentre il golem era chinato, il Rabbi gli cancellò dalla fronte l'aleph. Il Golem morì e cadde, travolgendo anche il Rabbi.

Non c'è di che stupirsi, vista la fama di cui godevano nella cultura yiddish gli abitanti di Chelm, e cioè più o meno quello dei carabinieri in Italia. ("Rabbino, ho tanta paura di essere sterile! Anche mio padre e mio nonno lo erano!" "Ma...e tu allora da dove vieni?" "Da Chelm!")

LINK



BIBLIOGRAFIA
  • Gustav Meyrink,Il Golem, Foligno, F. Campitelli, 1926 (1915).
  • Isaac Bashevis Singer, Il Golem, Firenze, Salani, 1990. ISBN 88-7782-132-9
  • Elie Wiesel, Il Golem. Storia di una leggenda, Firenze, Giuntina, 1996. ISBN 88-85943-26-8
  • Angelo Maria Ripellino, Praga magica, Einaudi, 1973

1 commento:

  1. Segnalo la recente uscita di una nuova traduzione, per la prima volta annotata, e illustrata da Steiner-Prag, de 'Il Golem' di Meyrink, pubblicata da Tre Editori. www.treditori.com

    RispondiElimina